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L’etichetta nella vita sociale: pettegolezzi, segreti, offese

9 Gennaio 2012 da Paola Occhipinti Lascia un commento

Oggi care amiche mi muovo in un terreno spinoso, ma entro al quale prima o poi tutti ci veniamo a trovare spesso nostro malgrado: parlo di tutte quelle occasioni della nostra vita sociale in cui dobbiamo confrontarci con voci, pettegolezzi, offese e segreti che dovrebbero rimanere tali.

Non fingiamo che non sia vero… quanto tempo si passa a discutere di gossip e novità? Moltissimo. Ma non parliamo di tutto quel gossip fondamentalmente innocuo – dalla nuova pettinatura della soubrette al fidanzato della vostra amica, dalla nuova fiction del bel tenebroso alla macchina che si è comprato il vicino di casa – bensì solo di quello che invece è maligno, negativo, e che non dovrebbe esistere.

Per essere più precisi, voglio partire dal presupposto che non siate voi le fonti di tali voci negative – non ci sarebbe scusante alcuna nei confronti dell’etichetta: spargere malignità, diffondere voci e segreti che avreste dovuto tenere per voi, offendere qualcuno semplicemente non fa parte dell’etichetta in nessun caso! La situazione a cui voglio riferirmi è invece quella in cui voi siate le “vittime” di tali voci od offese – è davvero sgradevole, ma purtroppo è un’occorrenza molto comune con cui impariamo a scontrarci di solito fin dai tempi della scuola – e che sembra ancora più diffusa e dilagante grazie alla diffusione dei vari social network.

Circolano brutte voci, commenti maligni, fino a insulti veri e propri… che fare?

Intanto partiamo dal presupposto che chi si diletta in questo genere di attività è molto probabilmente una persona negativa, non ben equilibrato nel suo contesto sociale, insicura e probabilmente invidiosa. Chiunque riconoscerà la falsità delle sue accuse la inquadrerà immediatamente come una persona che ha scelto di uscire dai canoni del vivere civile, e per questo da considerare poco raccomandabile, e riconoscerà la falsità delle sue parole.

Ma chi non vi conosce abbastanza, che potrebbe credere alle menzogne che vi colpiscono? Vi preoccupa?

Intanto cercate di analizzare con freddezza ciò che viene detto, e quanto questo sia credibile o per voi fastidioso… in molti casi, sono solo sciocchezze che è sufficiente ignorare: non sono nemmeno degne della vostra attenzione o di una risposta (che anzi potrebbe render loro più interessanti di quanto non siano).

Di fronte a questioni di poco conto, cattiverie, malignità e calunnie, è meglio quindi opporre una completa indifferenza: una maniera intelligente per reagire alle provocazioni smontandole di ogni valore. Chi diffonde i pettegolezzi e’ probabilmente qualcuno che soffre di mania di protagonismo o di complesso di inferiorita’ e dimostrando di sapere piu’ degli altri, gode dell’attenzione che carpisce al suo pubblico. Rispondergli alimenterebbe solo la fiamma della sua malignità.

Ma se l’offesa fosse più grave? Innanzitutto, non abbassatevi mai al livello di chi vi si oppone: non si risponde all’insulto con altre volgarità e cattiverie. Mai. Passereste immediatamente dalla parte del torto, dove invece volete che rimanga platealmente chi vi attacca senza motivo.
Se volete replicare per mettere a tacere una falsità, fatelo sempre con la massima educazione e cortesia, chiarendo la vostra posizione senza attaccare colei o colui a cui rispondete.

Se pensate che possa esserci un malinteso o un vostro errore in buona fede all’origine del velenoso attacco che vi è rivolto, affrontate la persona scusandovi e cercate di appianare la situazione: se non vi era intento doloso nelle vostre azioni (e non dovrebbe mai essercene!), le scuse sincere dovrebbero essere apprezzate.

Se i vostri tentativi andassero a vuoto, a questo punto lasciate che il vostro assalitore continui a dare di sè questo indegno spettacolo, mentre voi sarete superiori nel vostro silenzio, sapendo di aver fatto quanto era civilmente possibile fare per sanare la situazione. Meglio cercare  in futuro di evitare questa persona negativa, poiché non vi è alcun motivo per prestarsi spontaneamente a punching ball per il suo ego.

Potrebbe essere più complicato il caso in cui venga svelato qualcosa che avrebbe dovuto rimanere segreto: in tal caso, sono almeno due gli scenari possibili.

Innanzitutto, avete probabilmente confidato un segreto a qualcuno di cui non avreste dovuto fidarvi, ed ora qualche informazione che avreste voluto tenere per voi è sulla bocca di tutti (o almeno, di troppi): inutile piangere sul latte versato. Non si chiude il cancello dopo che i buoi sono scappati… al massimo potete affrontare educatamente chi ha tradito la vostra fiducia per rendergli noto che quanto ha fatto non è corretto, e che da questo momento non è più persona considerata degna della vostra fiducia. Poi promettete a voi stesse di resistere a future tentazioni di confidare a chiunque dettagli che non con vorreste fossero di pubblico dominio.

L’altro caso, più spiacevole, vuole che il pettegolo o la pettegola di turno abbiano reso pubblico un segreto che non era nemmeno vostro, ma di qualcun altro… oltre alla già citata reazione di sdegno, con promessa di non aprire più bocca di fronte a persone di dubbia fiducia, correte a scusarvi con l’amico o l’amica il cui segreto avete divulgato: potrà decidere di riservarvi lo stesso silenzio stampa che voi imporrete ai chiacchieroni… ma di fronte a scuse sincere e sentite, potrete (si spera) almeno salvare la vostra amicizia!

Quindi ricordatevi: cercate sempre di non alimentare il pettegolezzo, tenete per voi i segreti, e soprattutto non rispondete mai alle offese con altre volgarità: questa è la ricetta del bon ton per un quieto vivere sociale… cosa ne pensate? Vi è capitato di trovarvi in queste situazioni?

PallinoGirl

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