Tra i tanti consigli che sicuramente verranno dati in questi giorni che precedono San Valentino io ne includerei uno assolutamente fondamentale: attenti al profumo!
Immaginate questa scena romantica: atmosfera perfetta, outfit immacolato, lui vi viene incontro… e poi stramazza a terra tossendo soffocato dall’ondata di profumo che lo ha colpito, con un effetto più devastante di un lacrimogeno antisommossa. Forse era il caso di non farci praticamente il bagno, non pensate? (Datemi ragione e poi fatene tesoro: vale per la vita quotidiana!)
Lo stesso succede in ambienti ristretti – intrappolati in metrò nella calca dell’ora di punta, o schiacciati in un ascensore troppo pieno il profumo tanto sexy che che avete spruzzato con abbondanza è l’equivalente di un’arma chimica capace di seminare panico e devastazione intorno a voi. E allarghiamo il raggio di questa confessione: non son certo le donne le sole colpevoli. Ma sappiatelo, uomini: farsi la doccia nel dopobarba è un peccato di gioventù che scusiamo (forse) all’adolescente in crisi ormonale – su un uomo fatto e finito al limite fa sorgere un dobbio: che odori starà cercando di coprire?
Eh sì, apriamo una parentesi: visto che non siamo nella francia del 700, care Marie Antoinette e cari Luigi XVI … il profumo non sostituisce igiene e deodoranti. Tenetelo bene a mente: il profumo si mette “dopo”, non “al posto di”. Non credo di dover aggiungere altro (vero?!).
Se finora abbiamo parlato di quanto profumo mettere – o non mettere – io spenderei una parola anche sulla scelta per quel che riguarda di “quale” profumo irrorarsi. Non che voglia discutere dei gusti personali di chicchessia : volete usare un profumo pesante ed ambrato anche d’estate? Andateci moooooooolto leggere e forse la gente non scapperà a gambe levate in cerca di ossigeno quando vi avvicinate. Io resto qui con la mia acqua di colonia leggera.
Ogni tanto vale la pena però di prestare attenzione a chi ci circonda – esempio pratico: quando ho vissuto un mese nel villaggio olimpico di Torino durante i Giochi Invernali del 2006, una delle mie “compagne di casa” aveva un lieve problema: se posta nelle vicinanze di qualcuno che indossava Hypnotic Poison, diventava verde. Ovviamente, indovinate qual’era il mio profumo preferito in quel periodo, l’unico che avevo in valigia?
Che fare? Semplice: il bon ton del profumo ci dice di rinunciare ad usarlo per salvare il suo stomaco e la nostra amicizia! O quantomeno, concedersene qualche spruzzatina solo quando sapevo che non ci saremmo viste per tante, tante, tante ore. Quasi dieci anni dopo, siamo ancora amiche.
Il profumo, si sa, dopo qualche ora tende a svanire, per cui una spruzzatina di “ritocco” è sicuramente una buona idea se la giornata è lunga e magari si concluderà solo a tarda sera con qualche evento mondano. Basta che vi concediate questa aggiunta di fragranza in privato, come fareste per un ritocco del make up… perchè anche quello non si fa alla scrivania/in macchina/in pubblico in generale, vero? Ripeto: vero? Ecco, sapevo non avreste sbagliato.
I profumi sono anche considerati un regalo “generico” da offrire ai conoscenti – un concetto già terrificante di suo, su cui non voglio dilungarmi – ma a dire il vero non riesco a capacitarmi di questa idea: poche cose sono personali e strettamente collegate al gusto ed alla chimica di una persona come il profumo che sceglie di indossare. Il profumo riciclato come regalo “generico”, salvo straordinari colpi di fortuna, è destinato a giacere nella pila delle cose inutilizzate, o peggio ancora, dei futuri “regali-riciclo” (ma non apriamo ora questo capitolo). Regalare un profumo? Consideriamolo un passo falso, a meno di non scegliere esattamente il profumo che ci è stato specificamente indicato dal ricevente. Credetemi: ho un sacco di bottigliette intonse ed inutilizzabili nell’armadietto del bagno che confermano questa teoria.
Voi aggiungereste qualche altro consiglio?
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