(fonte immagine: coppia.pourfemme.it)
Come definire la difficoltà e l’imbarazzo che si prova a volte in mezzo alla gente o al momento di conoscere persone nuove? E’ sempre timidezza o si può parlare nello specifico di fobia sociale? Scopriamolo insieme.
I termini “timidezza” e “fobia sociale” si riferiscono a significati e vissuti molto simili, entrambi sono infatti caratterizzate da timore, insicurezza, imbarazzo, ansia, inibizione, scarsa stima di sé, paura degli altri.
Ma, in realtà, anche se hanno alcuni aspetti denominatori comuni, rappresentano due condizioni alquanto differenti.
La timidezza
Chi non ha mai provato vissuti di timidezza e ansia, durante prove importanti come esami, colloqui di lavoro o semplicemente durante una conversazione iniziale con persone sconosciute?
La timidezza è uno stato sperimentato da tutti almeno una volta nella vita, l’essere timidi può anche riflettere un tratto caratteriale stabile, che rende imbarazzati e insicuri nei rapporti con gli altri.
In genere il timido ha un giudizio troppo severo di se stesso e teme di essere giudicato negativamente dagli altri, evita così di parlare, di prendere iniziative e si sente costantemente “sotto esame”. La paura di esporsi lo spinge a restare un po’ in disparte, fare un invito diventa imbarazzante per il timore del rifiuto e della “brutta figura”, il grande peso che il timido dà al giudizio degli altri rende difficile il farsi valere nelle discussioni e prendere decisioni.
Il disagio dei timidi, si acuisce quando la persona deve inserirsi in nuovi ambienti e stringere nuove amicizie, solo dopo un periodo iniziale la persona inizia a “sciogliersi” e integrarsi positivamente.
La fobia sociale
La fobia sociale è una condizione patologica presente nel Manuale dei disturbi mentali (DSM) ed inserita tra i disturbi d’ansia.
E’ descritta come una paura intensa e persistente che si manifesta in tutte o solo in alcune situazioni sociali: gli eventi temuti generano una grande ansia già da molto tempo prima e i pensieri risultano angosciosi e alterati, ad esempio la persona affetta dal disturbo si ripete mentalmente frasi come: “Sicuramente non ce la farò ad affrontare l’esame, inizierò a balbettare e tutti penseranno che sono pazzo”, oppure: “Inventerò una scusa per non andare alla festa altrimenti resterò isolata tutta la sera e gli altri capiranno che ho qualcosa di strano”.
Il fobico è anche colui che teme di essere osservato mentre sta facendo qualcosa di impegnativo, come parlare in pubblico o sostenere un esame, ma anche in situazioni apparentemente innocue, come chiacchierare con i propri amici, mangiare, bere, scrivere di fronte ad altre persone. Ad esempio, il firmare un qualsiasi documento può costituire un vero tormento per la paura che qualcuno noti il tremore delle mani.
In genere la persona che soffre di fobia sociale si preoccupa del fatto di apparire impacciata e imbarazzata e conseguentemente esercita su di sé un grande autocontrollo per evitare di svelare degli aspetti negativi di sé, ovvero l’ansia, la debolezza, la bassa autostima.
L’effetto però è ancora più palese perché l’autocontrollo rende meno spontaneo il comportamento e spesso i timori si auto avverano: il corpo mostra segni del disagio, la voce inizia a tremare, il volto si arrossa.
Un sintomo classico del fobico sociale è quello di temere lo sguardo altrui, che infatti cerca di evitare il più possibile, perché teme di leggervi un senso di disapprovazione. In realtà è come se proiettasse sull’altro la poca stima che ha di sé e il suo modo ipercritico di percepirsi, è convinto che anche gli altri siano così intransigenti, quando invece, il più delle volte non si rende conto che le persone non lo stanno assolutamente criticando o magari possono apparentemente guardarlo ma pensare a tutt’altro.
Questa paura intensa dei contatti sociali porta col tempo all’isolamento, al rifiutare inviti, feste, gite, riunioni lavorative ed anche a rinunciare a miglioramenti nella carriera pur di non confrontarsi con maggiori responsabilità e nuovi contatti con gli altri.
Questa fuga continua rappresenta una grave ferita alla propria autostima, subentra un senso d’incapacità a condurre una vita normale e si instaura quindi un circolo vizioso dal quale risulta difficile uscire.
(fonte: enricochelini.wordpress_com)
In cosa differisce la fobia sociale dalla timidezza?
La fobia sociale è molto simile alla timidezza per quanto riguarda il timore di affrontare situazioni sociali.
La differenza sostanziale è che la timidezza comporta vissuti di apprensione e disagio in forma lieve, che non compromettono una sana integrazione nelle relazioni sociali; la fobia sociale invece causa un’enorme e spropositata ansia che talvolta sfocia nel panico e porta ad evitare sistematicamente gli eventi temuti, per cui la persona perde totalmente la capacità di avere una vita affettiva, lavorativa e sociale ricca e soddisfacente.
Si può guarire dalla fobia sociale?
I sintomi del disturbo, se trascurati, nel tempo possono diventare gradualmente più gravi quindi è sempre consigliabile rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutare il paziente a gestire l’ansia ed esporsi in modo graduale alle situazioni temute, in modo che ogni buon risultato ottenuto abbia un risvolto positivo anche sull’autostima.
Un ringraziamento alla Dott.ssa Irene Barni per a collaborazione nella stesura
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