Ben ritrovate care amiche! Eccoci di nuovo qui per il nostro consueto appuntamento con le tradizioni legate al matrimonio. La volta scorsa ci siamo dedicati al matrimonio in Sardegna; oggi, ci trasferiamo in Sicilia, altra splendida isola dalle mille tradizioni!
Parlando con alcune amiche e girovagando un po’ sui vari forum ho notato una cosa un po’ insolita rispetto alla prassi ormai accreditata in Italia: sull’isola abbiamo alcune tra le spose più giovani!
Un antico detto siciliano recita così “ Fimmina a diciottànni, o la mariti o la scànni” (La donna a diciotto anni o la dai in sposa o la uccidi). Il motivo di questo detto antico è da ricercare nella credenza popolare che vede le donne chiuse in casa, lontane dalla vita dei campi o dai mestieri, il cui ruolo era circoscritto alla famiglia. Pertanto le giovani donne sognano di liberarsi da quella sorta di prigionia aspettando il principe azzurro! Ma molte in Sicilia non si limitavano a sognarlo: facevano voti per trovare marito, c’erano delle vere e proprie preghiere da recitare affinché si ricevesse la grazia di una proposta di matrimonio! Uno degli usi più bizzarri era quello di mettere tre fave sotto il cuscino della ragazza (una intera, una appena pizzicata e una completamente sbucciata) e al risveglio la giovane doveva estrarne una a sorte: se prendeva quella intera allora avrebbe sposato un uomo ricco, quella appena pizzicata stava ad indicare un uomo né ricco e né povero mentre quella sbucciata indicava un uomo povero.
Nonostante oggi la situazione sia molto diversa da quella or ora descritta, molte ragazze continuano, spesso inconsciamente, a mantenere la tradizione sposandosi in giovanissima età!
Due erano i modi per sposarsi: quello “combinato” dai genitori e la “fuitina”.
Nel matrimonio combinato la madre del ragazzo in età da matrimonio (ovvero dai 26 anni in su, o, comunque, dopo aver assolto gli obblighi militari), sceglieva una ragazza “non forestiera”(che in Sicilia significa “dello stesso paese”) e, con una scusa a volte anche banale, cercava un contatto con la madre di lei. Una volta raggiunto l’accordo le due donne iniziavano a stilare una vera e propria lista di dote, nella quale si elencavano tutti i pezzi del corredo che la madre della sposa si impegnava a dare alla figlia. Il corredo, una volta ultimato, veniva esposto in casa per una settimana, così che tutti i parenti potessero ammirarlo.
Sebbene oggi il matrimonio combinato appartenga al passato, c’è ancora l’usanza di esporre il corredo: un paio di mesi prima delle nozze si usa preparare la dote lavando e stirando tutto (dalle lenzuola alle batterie di pentole) e lo si fa in compagnia, invitando amiche e parenti! La preparazione è una vera e propria festa: si canta, si balla, si lava e sistema tutto in allegria, a volte anche con foto e banchetto a seguire! La sposa poi porterà il corredo così composto nella sua casa per sistemarlo un mese prima delle nozze! Anche in Sicilia vi è la tradizione della preparazione del letto degli sposi: qualche giorno prima delle nozze le amiche e/o sorelle della sposa si recano nella casa dei futuri coniugi a preparare il letto: si utilizzano lenzuola rigorosamente bianche di lino o seta, spesso corredate di pizzi, e si dedicano ad addobbare la camera di tutto punto, includendo scherzi di ogni genere! Alla preparazione possono assistere tutte le donne ( amiche o sorelle, mai sconosciute!), che la sposa desidera, ma con obbligo, anche qui, di avere nel gruppo la vergine e la sposata. Il motivo della presenza della donna vergine consiste nella credenza che le lenzuola utilizzate (nuove e quindi “vergini”) non possano essere toccate da donne anziane o comunque non vergini. Spetta, dunque, alla ragazza vergine preparare materialmente il letto, sotto lo sguardo vigile della donna sposata (simbolo in questo caso di conoscenza e saggezza), che normalmente è la mamma o la suocera della sposa. Una volta completato il tutto si fa salire sul letto una bambina, permettendole di fare svariate capriole, auspicio, per la coppia, di fertilità! Infine si aggiungono tra le lenzuola soldi, confetti, grano e riso, da sempre simboli di auspicio di ricchezza e gioia.
Alla preparazione del letto gli uomini non partecipano: al massimo restano in soggiorno insieme agli sposi che, al termine del lavoro delle donne, offriranno dolci e pasticcini a tutti i partecipanti. La stanza degli sposi resterà così chiusa e sconosciuta agli stessi fino alla prima notte di nozze!
Ancora molto quotata sull’isola è la classica “fuitina”! La fuitina altro non è che una “fuga” dei due amanti alla quale segue un matrimonio riparatore! In passato tale pratica era utilizzata quando le famiglie si opponevano all’unione tra i due giovani, che allora decidevano di scappare, di solito aiutati da un’amica o da un parente! Il tempo necessario affinchè la fuitina fosse “valida” ai fini del matrimonio era di tre giorni, in quanto si pensava che tale era il tempo che serviva ai due ragazzi per “consumare il matrimonio”. Il matrimonio riparatore in Sicilia non è, infatti, un matrimonio fatto sulla base di una gravidanza evidente, ma sul presupposto che la ragazza potesse non essere più vergine dopo la fuitina, e, pertanto, non più maritabile!
Una volta decisa la data del matrimonio tutto va diviso equamente tra genitori di lei e futuro marito: la famiglia della sposa acquista la camera da letto e il salotto, tutto il corredo (comprensivo di utensili per cucina e corredo per l’ospedale qualora lei restasse incinta), l’abito da sposa, le bomboniere e gli inviti da parte della sposa. Il futuro marito pensa invece a procurare la casa, paga la sua parte di bomboniere e inviti, paga il fotografo, i fiori, il corredo per lui (set bagno, pigiami, intimo, ecc) e il viaggio di nozze.
Come in ogni altra parte d’Italia anche qui c’è il divieto assoluto per gli sposi di vedersi il giorno prima del matrimonio e lo stesso giorno fino all’arrivo in Chiesa/comune. L’abito da sposa non va assolutamente tenuto in casa della sposa: viene affidato ad una parente o amica che lo consegna il giorno del matrimonio, aiutando la sposa a vestirsi!
I bouquet della sposa sono due: uno regalato dai genitori di lei che viene usato per la preparazione, le foto in casa della sposa e l’arrivo in Chiesa. Uno regalato da lui, che lo consegnerà alla futura moglie all’altare!
Altra cosa carina: in Sicilia non abbiamo lo sposo che attende la sposa all’altare, bensì al centro della navata! Il futuro marito entra in Chiesa poco prima dell’arrivo della sposa, scortato da entrambi i genitori. Poco dopo arriva la sposa, sottobraccio del papà (o di chi ne fa le veci) e con accanto la mamma! Le due famiglie si incontrano così a metà navata, lo sposo bacia sulla fronte la sposa, le consegna il bouquet ed insieme percorrono il resto del tragitto fino all’altare!
Ancora oggi è possibile ammirare spose “colorate”: l’usanza, propria dell’800, di utilizzare abiti colorati per le spose è, infatti, rimasta in alcuni paesi; a Terrasini è possibile ammirare ancora delle spose che scelgono l’abito celeste, mentre a Milazzo la classica mise da sposa era un giubbettino bianco su una sottana celeste!
Paese che vai usanze che trovi anche nel saluto agli sposi: a Modica si usa spargere del vino sull’uscio di casa degli sposi, mentre a Mazzara del Vallo si usa gettare del frumento sugli sposi invece che il solito riso!
Anche qui come nel resto dell’Italia i mesi “nefasti” per il matrimonio erano maggio e agosto, ma, al giorno d’oggi, questa tradizione è ormai superata e le spose maggioline sono sempre tante! All’uscita della Chiesa vi è il lancio di riso e petali di rosa e ad attendere gli sposi una macchina addobbata con tanti palloncini! Carina sarebbe, invece, l’idea di utilizzare il classico carretto siciliano al posto della solita auto di lusso…proprio come nell’immagine qui sotto!!!
Si preferisce il matrimonio pomeridiano a quello mattutino e tutti i giorni della settimana sono buoni per sposarsi! Subito dopo il matrimonio si va a casa dello sposo per offrire un piccolo rinfresco agli invitati e poi si parte con le foto. Una volta terminate le foto in esterna gli sposi si dirigono in sala: in Sicilia sono poche le strutture che offrono sala e catering, il più delle volte le due cose vanno scelte separatamente! Alla fine per salutare amici e parenti si da un ricordino della giornata, meglio conosciuto come “doposala”: le bomboniere vanno infatti consegnate all’atto della ricezione dei regali, che, di norma, avviene da un mese a una settimana prima del matrimonio, a casa della sposa o dello sposo, dove viene allestito il “Tavolo dei regali”. E’ usanza in Sicilia esporre tutti i regali su un tavolo, finemente addobbato, e presente sia a casa della sposa che dello sposo. I regali vengono scelti e acquistati sulla base della richiesta degli sposi (le liste nozze) e consegnati dai negozianti all’atto dell’acquisto, così da poter essere consegnati a mano dai parenti e amici ed esposti fino al giorno del matrimonio! Anche per i soldi funziona nella stessa maniera: vengono esposti i soldi che si ricevono in dono (anche se ormai si preferisce usare i soldi e sostituirli nell’esposizione con falsi assegni!).
In passato il matrimonio terminava con l’accompagnamento di amici e parenti nella casa dei futuri sposi, dove la mamma di lei la aiutava a svestirsi, restando spesso in casa per tutta la durata della prima notte, pronta ad aiutare la figlia qualora ne avesse avuto bisogno!
Ancora una volta chiedo scusa se ho tralasciato qualcosa e attendo i vostri commenti, magari con qualche notizia in più riguardo alle tradizioni legate al matrimonio…e non solo in Sicilia!
Se per caso avete curiosità particolari su qualche regione o avete voi stesse delle tradizioni legate alle vostre regioni da postare, fatelo pure: sarà ben lieta di leggerle e, soprattutto, di approfondirle nei prossimi articoli!
Vi aspetto numerose!
A presto con il nostro viaggio nelle regioni italiane…e non solo!
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