Siamo tutti di passaggio sulla Terra e tutti prima o poi la lasceremo, ma alcuni individui lo fanno in forma anonima, altri continuano a vivere nel ricordo di ciò che ci hanno lasciato, ed è il caso di Virna Lisi carriera costellata da grandi e meritati successi tanto da lasciare il ricordo di una grande attrice – vanto italiano – e sopratutto di una grande donna, esempio di stile ed eleganza fino all’ultimo dei suoi giorni.
Virna Pieralisi (così all’anagrafe) nasce l’8 settembre 1936 a Jesi (Ancona), entra nel mondo del cinema giovanissima e per una casualità: il padre conosce nel 1950 Giacomo Rondinella (cantante “napoletano” di origine siciliane) il quale ammaliato dalla sua bellezza (sin da giovane, Virna Lisi, è stata, ad unanime giudizio di critica e pubblico, una delle donne più belle mai apparse sullo schermo) la presenta ad un produttore cinematografico che la catapulta immediatamente nel mondo del cinema “napoletano” recitando subito, sebbene lei avesse poca conoscenza del ruolo, in una mezza dozzina di film; fino al 1955, anno in cui grazie ad un remake del celebre “Ore 9: lezione di chimica”, conquista “palconescnici più ampi” arrivando a recitare con il grande Totò nel 1961 in “Sua eccellenza si fermò a mangiare” ed Alain Delon nel 1963 in “Tulipano nero”.
Virna Lisi sbarca anche ad Holliwood, dove però la sua carriera non è proprio “felice”; in quei periodi erano di voga ruoli maggiormente dediti alla “bionda platinata” e sfruttata questa possibilità torna in Italia dove dal 1964 al 1970 ha la fortuna di far parte ad alcune importanti ed “indovinate” pellicole tra le quali: “Le bambole” di Dino Risi, con Nino Manfredi; “La donna del lago” di Luigi Bazzoni; “Oggi, domani e dopodomani” di Eduardo De Filippo, e “Casanova 70” di Mario Monicelli, entrambi con Marcello Mastroianni.
Sono gli anni 70 e la carriera di Virna Lisi subisce una piccolissima “discesa” in quanto donna già “matura” non riesce a trovare facilmente ruoli adatti alla sua immagine, che resta comunque bellissima quasi a non sembrare “vera”. A partire dalla metà degli anni ’80 Virna Lisi si rilancia – staccandosi dal clichè della donna “troppo bella per essere vera” – con una nuova personalità ed un’indubbia maturazione artistica.
Tanti sono i successi – quasi impossibile nominarli tutti – offerti dall’attrice che ha largamente spaziato dal cinema al teatro alla tv; tra i suoi ultimi lavori proprio al piccolo schermo: “Le ali della vita” (2000, con Sabrina Ferilli), “Un dono semplice” (2000, con Murray Abraham), “Il più bel giorno della mia vita” (2002, con Margherita Buy e Luigi Lo Cascio).
Nel 2013 muore il marito Franco Pesci (architetto ed ex Presidente della Roma calcio) con cui ha passato un’intera vita; da lui Virna Lisi ha avuto un figlio, Corrado, nato nel luglio del 1962 che l’ha resa nonna di tre nipoti: Franco, nato nel 1993 ed i gemelli Federico e Riccardo.
Muore improvvisamente il 18 dicembre 2014, a 78anni, un mese dopo aver scoperto di essere malata di cancro ai polmoni, lasciando un vuoto encomiabile nel mondo del cinema e tra i suoi fans, accorsi numerosi – ed increduli – al suo funerale, anche se il figlio Franco ha preferito per la madre, dei funerali in forma privata, in onore e nel rispetto della riservatezza che ha sempre caratterizzato l’attrice nella sua vita.
Virna Lisi nella sua carriera aveva ricevuto sei Nastri d’argento, un premio per la migliore interpretazione femminile a Cannes, quattro David di Donatello, di cui due alla carriera. Era Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
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